Come portare la Rivoluzione in spiaggia a suon di frutta

Sulle spiagge si sa, ci si va anche per farsi notare, e qui ognuno si inventa la sua. Ma nella generale smania dell’apparire, il difficile diventa attrarre l’attenzione. Ormai la trasgressione è così diffusa da essere diventata parte della normalità. Quindi se a voi non importa proprio nulla di trasgredire e farvi notare, sarà più facile trovarvi al centro dell’attenzione.

Come? Correte dal vostro fruttivendolo di fiducia ed armatevi di una di queste, anzi, meglio se ne prendete una cassetta intera.

Pesche_tabacchiera_1

Vi è chi fa la Rivoluzione a colpi di bottiglie molotov e bombe a mano, ma noi preferiamo una Bottiglia di Per ‘e Palummo ed una cassetta di pesche tabacchiere

Ed armandoci così andare in spiaggia. Infatti, La pesca tabacchiera è maneggevole. Potete mangiarla come un paninetto, con una mano sola, senza sbucciarla e tagliarla proprio perché è così piccola e schiacciata. Dopo una bella nuotata, è l’ideale. Salvo che, proprio quando volete starvene un po’  per i fatti vostri a poltrire sul lettino, si avvicina la classica signora vicina d’ombrellone.

Vi ha visto mangiare una cosa insolita, e vuole capire bene cosa state mangiando, ed anche perché. Si dia il caso che la signora non abbia mai visto una pesca platicarpa,  abituata com’è a comprare le classiche pesche tonde. Quelle che trovate acerbe da un lato e mature dall’altro, per intenderci. Quelle che non odorano di pesca, e sanno d’acqua.

Quando le dite che state mangiando una pesca, si, una pesca! arriva il commento “A me quella pesca fa impressione”. Morale: l’ho vista al supermercato, ma mi è sembrata strana, perché è diversa, e quindi non l’ho comprata! Attratte dalla novità, giungono le altre signore fin quando non si forma un capannello sotto il mio ombrellone. Chi non l’aveva mai vista, chi ne temeva la forma strana, chi pensava fosse una pesca falsa. Dal fruttivendolo, le signore non osavano allungare la mano per toccarla mentre tutte le altre pesche, quelle tonde, venivano palpeggiate senza ritegno.

Questa è una normalissima pesca, ed è anche una varietà tradizionale, proclamo. E’ una mezza verità ma non importa. Tiro fuori una seconda pesca, e la offro all’assaggio collettivo.

Odora, assaggia, come ti sembra? Questa pesca sa veramente di pesca, e la differenza è tutta qui. Sotto il sole di agosto, la piccola pesca dalla polpa bianca si scioglie in bocca, e le signore si convincono. Emergono i ricordi di quando ogni frutto aveva il suo particolare sapore. La pesca di pesca, l’anguria di anguria, la mela di mela.

Non so cosa le signore abbiano fatto quel pomeriggio, ma certo è che il giorno dopo la metà di loro sfoggiava l’ultima novità da spiaggia, la pesca tabacchiera.

Sai, mi dice una di loro, adesso quelle tonde non le compro più, perché preferisco queste.

Brava signora! Rivelo la ricetta del sorbetto di pesca. Ma ciò che non dico  è che io convinco la pesca tabacchiera a tuffarsi nel Per ‘e Palummo e restare lì, fin quando non aromatizza per bene il vino. Ad alcuni questa suona come una bestemmia, perché nel vino rosso freddo notoriamente va la percoca.

Ma noi siamo degli innovatori, e manteniamo vive le nostre tradizioni con quel tocco di creatività che non guasta mai.